Ogni volta che una band perde un membro portante del gruppo e decide comunque di continuare a fare musica sotto quello stesso nome viene molte volte disprezzata e i loro più grandi fan si trasformano nei loro peggiori detrattori. Per fortuna questo non succederà ai Suicide Silence: certo qualche lamentela ce l'avranno pure loro, ma nulla di troppo esagerato. Dopo aver presentato il nuovo cantante Eddie Hermida, il passo successivo era rilasciare un album che non deludesse i fan, ma sopratutto che non mandasse all'aria tutto il lavoro fatto precedentemente. You Can't Stop Me sarà riuscito nell'impresa?? andiamo subito a vedere.
Una delle paura più grosse che mi attanagliavano all'uscita di questo disco erano due: la prima era che il nuovo lavoro non sarebbe stato all'altezza del precedente The Black Crown e la seconda era che le canzoni sarebbero state un riciclaggio di vecchi riff, anche perché i primi brani pubblicati mi facevano proprio temere il peggio. Ma prese nell'insieme le canzoni che compongono il nuovo album funzionano alla grande: sono innovative e se anche un richiamo a vecchi pezzi c'è per davvero, pare sempre essere un omaggio al passato piuttosto che una copiatura brutale.
Un grande applauso io lo vorrei fare ad Hermida che svolge in modo perfetto il suo ruolo di cantante perché prendere il posto di un altro non è mai una cosa facile: sia perché i fan si sono affezionati, sia perché le tecniche, sopratutto quando si parla di growl e scream, non sono sempre le stesse.
Ho trovato il timbro e lo stile del nuovo cantante perfetto per la musica dei Suicide Silence sia nei nuovi pezzi del disco sia nei pezzi vecchi scritti da Lucker.
Sul piano musicale non c'è molto da dire rispetto a quello che si sa già: i riff sono sempre nel segno del miglior deathcore che c'è attualmente in circolazione con chitarre pesanti e veloci, assoli da paura, anche se a volte poco ispirati o di contorno e da ultima la parte ritmica che ci da dentro in modo spietato, con una maggiore focalizzazione sul basso in molti pezzi.
Ascoltando questo nuovo disco un'impressione mi ha pervaso: certo molte canzoni sono veramente belle e hanno una carica molto forte, ma nel complesso tutte si collocano su livelli di bellezza medi.
Mi spiego: dove The Black Crown ci metteva di fronte a 11 pezzi uno migliore dell'altro, con il livello di figaggine che si alzava sempre di più, You Can't Stop Me presenta tanti brani belli ed alcuni di spicco, ma mai il botto vero e proprio come nella produzione precedente. Forse il fatto che alcune canzoni siano state realizzate su idee abbozzate da Lucker prima di morire non ha permesso al gruppo, che voleva dare vita a quei pezzi in onore del compagno scomparso, di dare il meglio di se in quanto a scrittura.
Apprezzo però il fatto che la band stessa abbia dichiarato come questo non sarebbe stato il loro disco migliore, ma semplicemente l'album che volevano fare in questo momento, una dichiarazione d'intenti che se in un primo momento mi ha un po' allarmato, poiché sembrava che l'intera band mettesse le mani avanti sul proprio lavoro, mi ha poi trasmesso una stima verso il gruppo ancora maggiore di prima.
Se volessimo individuare dei pezzi forti del disco indicherei sicuramente Inherit the Crown (forse un titolo che si riferisco al passaggio di testimone tra Lucker ed Hermida?? probabile...), Sacred World che inserisce una melodia molto riconoscibile mai udita prima nei pezzi del gruppo, You Can't Stop Me, Ending Is The Beginning brano riregistrato preso dalle primissime registrazioni dei Suicide, Ouroboros in cui il ritmo avvicina tanto la band a gruppi come i Northlane e che presenta un'eccezzione di estrema diversità in tutto il disco e Last Breath con i suoi chitarrozzi pesantissimi.
Insomma se dobbiamo tirare le somme di questo disco direi che il peggio è stato evitato che tutto è venuto meglio di come ce lo si aspettava e che da qui in poi le basi per migliorare sempre di più il prodotto ci sono eccome. Il voto è meritatissimo, non tanto per le canzoni, che seppur belle non rappresentano l'apice della produzione della band, ma piuttosto per il coraggio e la voglia di andare avanti dei membri del gruppo. E adesso nessuno li può più fermare.
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