Il 2015 ci sta regalando tantissimi nuovi album di altissima qualità, e proprio venerdì scorso è uscita una nuova produzione che è decisa a cambiare i canoni del djent/core e che si è già imposta come una delle più importanti nuove uscite dell'anno. Stiamo parlando di Node terzo album dei Northlane.
Dopo l'uscita dalla band del cantante Adrian Fitipaleds nel settembre del 2014 la band sembrava avere un futuro incerto, anche perché la voce era uno degli elementi che più caratterizzava il gruppo, che riusciva grazie al cantante a prendere direzione sia verso il djent/progressive sia verso il metalcore in stile Architects.
Ma le paure di un fan si dissiparono totalmente quando dopo un mese di contest tramite video su youtube, il gruppo scelse il suo nuovo cantante: Marcus Bridge. Il ragazzo impressionò tutti grazie ad alcune cover della band in cui le linee venivano reintepretate per meglio adattarsi ad una diversa vocalità di Marcus, che predilige infatti il cantato pulito, ma che restituivano le canzoni arricchite ed abbellite in più punti.
Per chi non avesse visto i suoi video eccovi Dream Awake, uno dei migliori brani della band https://www.youtube.com/watch?v=G9hmrJ6fK68.
Ed è così che qualche mese dopo la band pubblicò un video di un nuovo singolo, che sarebbe stato inserito nel loro nuovo album, dal nome Rot: questo brano lasciò tutti spiazzati e convinti fermamente che il nuovo cantante avrebbe migliorato in maniera decisiva le produzioni della band.
Se dovessimo dare un giudizio generale di quello che il disco rappresenta direi che è un viaggio onirico attraverso le potenzialità della persona umana. Sembra una frase detta a casaccio per fare figo, ma la sensazione che i testi, le musiche mi rimandano sono proprio queste: come l'osservazione continua di un corpo perfetto in movimento.
Musicalmente la formula djent della band ne viene fuori maturata, omogenea ma senza cadere nella ripetizione continua, cosa che invece accadeva spesso nelle precedenti produzioni. Una grande parte del disco è un viaggio ambient/progressive che restituisce un senso di leggerezza; ovviamente non mancano i drop e i pezzi più incazzosi, ma non si cade mai nel metalcore puro.
La melodia viene inserita nella poliritmia in modo eccezionale sena mai cadere nel banale, non vi capiterà mai di sentire delle progressioni melodiche classiche: tutte le strutture hanno un'impronta così forte che è impossibile fare un paragone con altri gruppi.
Ci viene presentato un lavoro completamente originale, che sono sicuro diverrà un punto importantissimo della musica metal moderna, e che creerà una nuova base da cui molti altri gruppi potranno prendere spunto e magari influenzare le classiche forme metalcore per diventare un prodotto nuovo e più originale. Il disco è così popolare che nella classifica Itunes australiana di luglio si è piazzato subito al primo posto come il disco più venduto.
Si può notare come certe volte la voce di Marcus risulti simile a quella di Chester Bennington dei Linkin Park, ma è solo una somiglianza timbrica, lo stile infatti è completamente diverso: anche dove entrambi i cantanti vanno a prendere note alte la tecnica risulta molto differente.
Un'ultima analisi sul cantato fa emergere come le maggiori possibilità di Marcus a livello vocale rispetto ad Adrian, abbiano permesso alla band di esprimersi su un altro livello, facendo un uso maggiore delle parti pulite, rispetto a quelle sporche. L'unica pecca forse risiede nella scrittura delle lyrics: Adrian si presentava infatti un attimo più ispirato rispetto al suo successore in fatto di testi, ma Marcus è alla prima prova con un disco vero e proprio, le sue lyric sono alla luce di queste considerazioni molto loodevoli, forse un po' semplici ma comunque di grande impatto.
Basti solo guardare il testo di Rot per capire come il cantante riprenda i temi cari alla band, una linea di scrittuta iniziata da brani come Quantum Flux.
I brani più forti del disco sono Obelisk, Rot, Animate, Node, Impulse e Leech.
Insomma se siete fan dei Northlane questo album vi farà sognare, se invece siete fan del djnet, del core o del progressive apprezzerete sicuramente questo disco e probabilmente vi incuriosirà abbastanza da riconsiderare il gruppo. Non un capolavoro di proporzioni galattiche, ma un lavoro veramente ben svolto e originalissimo, come se ne vedono davvero pochi di questi tempi, un disco djent genuino che non fa il verso a nessuno.
Non perdetevi la band live in Italia il 16 Ottobre all' Honky Tonky di Seregno in compagnia di Volumes, The Acacia Strain e Hellions https://www.facebook.com/events/109962986007253/.
ADESSO TOCCA A VOI!!! Esatto, voglio sapere cosa ne pensate della recensione: siete d'accordo oppure vi trovate in disaccordo più assoluto con il mio pensiero??
Cosa vi ha colpito di più, o perché no di meno, del disco??
Andrete a vedere la band live??
Ed infine: avete qualche album/band di cui vorreste vedere una bella recensione??
Scrivetemi tutte le vostre considerazioni in un commento sotto il post!!!
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