Uscito ormai da qualche mese, “Fortress”
è l’ultima fatica discografica della band di Myles Kennedy e Mark Tremonti.
Partiamo subito dicendo che le differenze con l’album precedente sono evidenti
fin da subito: se nel terzo album molte delle tracce del disco erano più
orientate alla ballad, in questo nuovo lavoro tutte le canzoni sono cattive, aggressive,
potenti. Alcuni pezzi più lenti e melodici come da regola ci sono sempre ed
anzi una menzione particolare va fatta a “Lover”, canzone con un intro molto soft,
lento e avvolgente che lentamente cresce fino a diventare un pezzo di
un’epicità unica, coinvolgente dall’inizio alla fine e sempre di più. Il lavoro
fatto sotto il piano tecnico, inutile dirlo, è eccellente: la ritmica che
accompagna voce e chitarra è gestita con la maestria che solo i grandi nomi
hanno, con parti di basso alle volte memorabili alle volte meno, ma che fanno
sempre il loro sporco lavoro; la voce è sublime, potente, stupefacente ( e si
potrebbe andare avanti con altri aggettivi) d’altronde Myles Kennedy non si
smentisce mai, la sua bravura è senza confini, le sue liriche sempre potenti ed
emozionanti con un’espressività che in molti gli dovrebbero invidiare, se a
questo aggiungiamo anche che il front-man suona contemporaneamente in molti
pezzi la chitarra possiamo capire che il livello si alza sempre di più;
Tremonti invece è il solito, potente cattivo un po’ sbruffone nei suoi riff
difficili, veloci, faticosi ma che regala soddisfazioni incredibili per
l’ascoltatore che si trova di fronte ad assoli che si ricordano immediatamente
e che coinvolgono il rocker in modo eccelso.
Tutti i pezzi del disco devono
essere ascoltati, dal primo all’ultimo senza esitazione: il singolo “Addicted
to pain” anche se ha un ritornello un po’ banale, è comunque esplosiva grazie
al potente riff che la caratterizza, stesso discorso per “Calm The fire” che
risulta come uno dei migliori pezzi di tutto l’album, con un intro calmo e un
riff divertentissimo da ascoltare; “Bleedit Dry” è uno dei pezzi che risulta
più cattivo e dal ritornello molto particolare, un gradino sotto alla
cattiveria c’è “Cry a River”, che a tratti riprende qualche elemento
dall’esperienza di Myles con Slash; “Water Rising” è un bel pezzo, menzione
speciale va al cantato di Tremonti che risulta molto piacevole e che
rappresenta un po’ d’aria fresca dal cantato di Kennedy e che potrebbe
incuriosire molti ad ascoltare il primo album di Tremonti “All I Was”, che
secondo il sottoscritto è un disco molto metal (ma di un metal che fa ricordare
i bei dischi dei Metallica) e fortemente apprezzabile; ed infine “Fortress” che
inizia molto calma, ma che risulta essere uno dei brani più memorabili,
purtroppo il fatto che si trova alla fine mina un po’ la sua fama tra i fan, avrebbe
inciso molto di più se posizionato un po’ più nel mezzo dell’ascolto, ma
idealmente è perfetto, soprattutto per il concetto che gira intorno alle lyrics
di tutto il disco: quanto importante sia, nella vita, lottare per ciò che si
ritiene giusto (come afferma lo stesso Tremonti).
Voto: 4 Corna e mezza!! |
ADESSO TOCCA A VOI!!! Esatto, voglio sapere cosa ne pensate della recensione: siete d'accordo oppure vi trovate in disaccordo più assoluto con il mio pensiero??
Cosa vi ha colpito di più, o perché no di meno, del disco??
Avete apprezzato i toni più metal presi dalla band?? Qual'è il vostro disco preferito degli AB??
Ed infine: avete qualche album/band di cui vorreste vedere una bella recensione??
Scrivetemi tutte le vostre considerazioni in un commento sotto il post!!!
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