mercoledì 21 ottobre 2015

NORTHLANE + VOLUMES + THE ACACIA STRAIN + HELLIONS @ Honky Tonky Seregno 16/10/2015

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Ci sono voluti diversi giorni perché non te ne venissi fuori con un articolo da fanboy che mettesse in luce quanto il tuo giudizio può essere annebbiato in situazioni di completa venerazione nei confronti di un gruppo. Però niente siamo qui e vi dirò che i Northlane e le band di supporto hanno letteralmente spaccato in due l'Honky Tonky di Seregno.

Pensavi che sarebbe stata una serata tranquilla, con te e i tuoi amici non troppo vicini al palco, ad ascoltare il concerto come un buon giornalista sa fare, purtroppo appena ahi visto che ad ogni cambio palco il pubblico sfollava ti sei letteralmente precipitato in prima fila, anzi è meglio dire sopra il palco dato che dalla vita in su sei stato piegato in due tutto il tempo sul palco (e si, questa frase ha un doppio senso bruttissimo, ma la teniamo lo stesso perché ci fa ridere...quindi ridete) e non sei stato poi così tanto capace di giudicare il concerto in maniera obiettiva ed oggettiva. 
Questa è il Live report più soggettivo che si possa scrivere, allacciamo le cinture e iniziamo il viaggio.
Ti sei perso del tutto gli Hellions a causa del ritardo, ma non mi sono perso il cantante che salito sul palco per un duo con Marcus dei Northlane si è praticamente spiaccicato in faccia, grazie anche alla collaborazione dei partecipanti dietro di te che ti spingevano coattamente contro il palco per riuscire a raggiungere il microfono e cantare le parole di quella canzone che così tanto adorano. 
O ci sta in fondo presi dall'entusiasmo com'erano tutti era il minimo.


Arrivi e ,insomma, gli Acacia Strain hanno appena iniziato a suonare, tu da lontano guardi uno dei cantanti più luridi mai visti (in senso buono) che insieme alla sua fidatissima band suona un canto per le balene mica male: il chitarrozzo 7 corde e un basso uberpotente si confondono in un suono ultrabasso che permette alla batteria di suonare le note più alte delle composizioni elevandolo a ruolo di violino concertante a percussione... scherzi a parte il suono presentava veramente note moolto basse (probabilmente un comune drop C) che rendevano indistinguibile il suono se non per la ritmica della batteria di qualità cristallina.


Avanti il prossimo: arrivano i Volumes che in quel di Sergno si presentano con un secondo cantante , oltre al principale Gus Farias, che viene incarnato nella persona di Michael Lessard già cantante dei Contortionist qui in una versione meno fatta (si, parlo di droga) e più incazzeta rispetto alla sua esibizione con il suo gruppo principale al concerto dei Protest. 
Più arrabbiato semplicemente perché non era fatto il microfono continuava a dare problemi con simpaticissimi scoppiettii che hanno reso la sua performance un calvario per almeno 2 pezzi. Interessante lo scambio di un solo microfono durante le canzoni tra i cantanti più che altro perché eri curioso di vedere se ce l'avrebbero fatta ad arrivare alla strofa successiva senza perdersi nella canzone. 
Canzoni molto potenti molto interessanti, un po' di puliti in più mi avrebbero fatto apprezzare di più la loro performance, ma la gente sotto il palco era al settimo cielo quindi va bene così. Un premio grandissimo a quel ragazzo che si è fatto almeno 40 minuti di concerto appeso, con un dito fasciato e che ha cantato a pieni polmoni tutte le canzoni, davvero hai la mia stima.

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Ma arriviamo ai Northlane: scaletta della madonna.  
Obelisk, Leech, Rot, Soma, Quantum Flux, Impulse, Masquerade e altre hanno fatto letteralmente la felicità di tutti, sia dei fan più vecchi, quindi duri e puri, sia dei neofiti.
Un'esecuzione, non ci sarebbe bisogno di dirlo, impeccabile, un'atmosfera esageratamente gasante e coinvolgente che ha portato tutto il pubblico a cantare ogni singola canzone (pure quelle che tu non sapevi) dando un supporto all'intera band come ne hai visti davvero poche volte. Gente che salive e scendeva dal palco, crowdsurfing e circle pit. Un concerto che quando finisce sei dispiaciuto perché nonostante il tuo corpo ti dica che non puoi andare avanti, tu invece continueresti per altre 3 ore senza mai mancare una singola parola, senza mancare un singolo salto o pogo.
Se torneranno tu sarai di nuovo sotto il palco e porterai un sacco di gente con te, perché ce ne fossero di concerti così in giro.
In conclusione hai fatto un live report da fanboy over 9000, ma non ci puoi fare nulla, quando qualcosa ti lascia un segno così profondo descriverlo con parole sensate e magari anche oggettive è impossibile.

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