Da qualche settimana era uscito questo piccolo capolavoro ed
ancora non avevo trovato il tempo giusto per ascoltarlo. Ma quando poi caricai
i file sull’ipod mi accorsi di cosa mi ero perso. Il nuovo album/ep Clear dei Periphery.
Disco di cui ancora non ho capito bene la natura perché: da un lato un disco mi sembra strano che abbia solo 7 tracce , dall'altro di solito gli ep. sono fatti con una qualità peggiore e consistono di al massimo 6 tracce. Insomma è un ibrido. Oltretutto il fatto che sia così striminzito (contate che Periphery II aveva ben 16 pezzi, quindi più del doppio) come numero di tracce, mi fa ricordare i vecchi cd dei metallica dove le tracce erano al massimo 8!
Disco di cui ancora non ho capito bene la natura perché: da un lato un disco mi sembra strano che abbia solo 7 tracce , dall'altro di solito gli ep. sono fatti con una qualità peggiore e consistono di al massimo 6 tracce. Insomma è un ibrido. Oltretutto il fatto che sia così striminzito (contate che Periphery II aveva ben 16 pezzi, quindi più del doppio) come numero di tracce, mi fa ricordare i vecchi cd dei metallica dove le tracce erano al massimo 8!
Numerosità a parte il lavoro è stupendo, i Periphery si riconfermano
ancora una volta mostri di bravura, mostri di creatività e mostri di stile.
Djent è un’etichetta tutta loro, e sono loro i più importanti esponenti di un
genere che fino al successo di Misha Mansoor non esisteva neanche. Una nota di
meritò va subito data alla qualità stratosferica del lavoro: si sente in ogni
produzione che l’attenzione data ai particolari, ai suoni, è estrema e questo è
uno degli aspetti più lodevoli di Misha. Se mi si permette un parallelismo,
Mansoor per la sua grande capacità tecnica nell’editing dei dischi, mi ricorda
tanto un giovane Jimmy Page che era anche produttore di tutti i dischi degli
Zeppelin.
Ad una prima occhiata ai pezzi noterete tutti subito come al
titolo normale del brano venga aggiunto, di solito alla fine, il nome di uno
dei componenti della band (anzi rettifico, se siete come me e ascoltate tutte le canzoni dal tubo, troverete i nomi dei componenti, altrimenti i singoli titoli). Ne ho dedotto che ogni singola traccia è stata ideata da un singolo componente
della band e come dichiarato dallo stesso Misha, quest’ultima fatica "è
un’insieme di esperimenti musicali sia dal punto di vista stilistico che
sonoro".
E si sente cavolo! La sperimentazione ha fatto si che il disco fosse
fresco, pieno di idee differenti e a volte anche molto lontane tra loro, ma che
ci fa notare come il gruppo sia in grado di interpretare a proprio modo,
qualsiasi sorta di pezzo musicale. Overture è un pezzo al piano, bellissimo che
si mischia nel mezzo alle tipiche ritmiche lente che caratterizzano lo stile
del gruppo, si inizia alla grande quindi. Non poteva mancare in
quarta posizione, quindi proprio al centro, Zero il pezzo scritto da Misha che
sembra proprio la colonna sonora di uno dei Final Fantasy (e in un suo progetto
collaterale, gli Haunted Shores, poi l’ha fatta veramente), perché per chi non
lo sa le canzoni dei Periphery sono molto legate a questo videogame non solo
per quanto riguarda la musica, ma persino nei titoli di alcune tracce: in
PeripheryII Masamune e Muramasa sono
due pezzi che si chiamano come spade di FF... questo vi fa anche capire quanto
sia nerd il gruppo.
Evil Misha! |
The Parade of Ashes è il pezzo scritto dal cantante Spencer
ed è il pezzo a mio parere più sperimentale di tutti all’interno del disco: è
un po’ tecno, molto indirizzato a far risaltare la voce più di tutti gli altri
strumenti; inoltre non so perché ma la voce del cantante mi ricorda in questo
pezzo il cantante dei Silverchair, Daniel Johns! Ho trovato comunque questo
pezzo uno dei più belli in assoluto del disco, proprio perché molto distante
dai normali lavori della band ma comunque interpretato alla grande.
Pale Aura scritta da Mark Holcom, il secondo chitarrista, è il
secondo mio brano preferito di questo disco, e trovo che nonostante richiami
molto i pezzi dei dischi precedenti e che quindi non sia proprio portatore di novità, sia
comunque innovativo. In particolar modo ho apprezzato la voce di Spencer qui
che da il meglio di se, ma soprattutto che è vera: in molti accusavano il
cantante di aver pompato un po’ troppo la voce nel secondo disco e forse era
vero (anche se sia chiaro ha una tecnica ed un’estensione pazzesca) visto come
in questo pezzo si capisce che alcune note sono al limite tra il falsetto e la
voce di testa, si sente la fatica nella voce del cantante. I restanti pezzi sono molto belli e divertenti, ma non mi hanno
colpito per chissà quale aspetto.
Se vogliamo tirare le somme di questo lavoro,
possiamo dire che era l’ora che la band tornasse e ci desse del materiale
nuovo. Ci voleva un cambiamento anche se solo per mettere alla prova il gruppo.
La sperimentalità del disco a mio parere ci mette di fronte ad un fatto innegabile: i Periphery sono la migliore band esistente oggi nel panorama metal, e non mi stupirò
quando fra qualche hanno saranno loro ad aprire i più grandi festival di tutto
il pianeta! L'ep si becca un voto molto alto, se lo merita, lo chiede a gran voce, ma non il massimo perché nonostante l'estrema bontà del lavoro, per l'eccellenza manca ancora un gradino.
ADESSO TOCCA A VOI!!! Esatto, voglio sapere cosa ne pensate della recensione: siete d'accordo oppure vi trovate in disaccordo più assoluto con il mio pensiero??
Cosa vi ha colpito di più, o perché no di meno, del disco?? E' il vostro disco preferito della suddetta band?? Oppure ne avete preferiti altri??
Ed infine: avete qualche album/band di cui vorreste vedere una bella recensione??
Scrivetemi tutte le vostre considerazioni in un commento sotto il post!!!
Nessun commento:
Posta un commento