mercoledì 5 febbraio 2014

LETLIVE. - THE BLACKEST BEAUTIFUL


Ho da poche settimane scoperto un gruppo che merita tantissimo: i letLive. ! In particolare mi sono gasato al massimo per il loro secondo album The Blackest Beautiful, un album stupendo, diversificato, intrigante e pazzesco. 

Pazzo come il gruppo stesso, o meglio, come il cantante del gruppo Aaron Butler che è letteralmente un folle. Lo dimostra benissimo durante i live in cui il non sta MAI fermo: è un continuo saltare, ballare, arrampicarsi, lanciarsi in mezzo al pubblico, sempre continuando a cantare. Il gruppo inoltre presenta uno stile che certo si può definire post-hardcore, ma che è un continuo cambiamento: si sentono le influenze hardcore e sono presenti una gran quantità di parti melodiche che rendono l’ascolto facilitato, ma non sarà un’eccezione sentire pezzi strani, riff con le convulsioni, assoli che fanno girare la testa. Se proprio io volessi lanciarmi in un confronto molto ardito, potrei dire che questo gruppo mi ricorda un sacco i Mars Volta (con tutte le differenze del caso). 


Anche se inizialmente ho ascoltato per giorni interi solamente 2 tracce dell’album, piano piano che lasciavo il disco andare avanti, mi accorsi che i brani che valevano più di un ascolto erano molti. Banshee (Ghost Fame) è stato il primo pezzo che mi ha colpito particolarmente perché é caratterizzato da un verso semi-rappato e un ritornello cattivissimo, che fa venire voglia di spaccare tutto. Il secondo brano che mi ha colpito è Younger, ad oggi il mio pezzo preferito della band, molto alternative rock nel suond ma di grande impatto, soprattutto è un pezzo cantato con grande sentimento. Il ritornello ha bisogno di essere gridato forte e chiaro “When only the good die young… ain’t ironic that i age so well”. Ho trovato un non so che nel song writing dei pezzi, che mi ha colpito; detto sinceramente non ho prestato attenzione a tutti i testi ma di alcuni ho colto il significato “contro il sistema”; leggendoli meglio  troviamo una critica all'attualità, un confronto con i proprio demoni interiori  e un rapporto molto particolare con la religione
Delle due tracce di cui vi ho appena parlato ho apprezzato un sacco anche i videocilp, molto appassionanti, interessanti e incazzati; già solo da questi vi potrete immaginare le prodezze atletiche di Aaron sul palco durante i live, inoltre sul tubo si trovano video come questo http://www.youtube.com/watch?v=6G08Zmu6jU4 dove sono presentate alcune delle sue mosse migliori.

Aaron Butler!

In alcuni brani ho addirittura trovato, a tratti, una somiglianza vocale con Patrick Stump dei FOB (per un analisi di come diventare una band commerciale possa essere tanto bello, il pezzo è qui http://meta-ldetector.blogspot.it/2013/04/salviamo-il-rock-n-rollno-dai-stavamo.html) come in White America’s  Beautiful Black Market , pezzo che presenta un ritornello un po’ troppo melodico ma che nello special mostra una potenza inaudita per poi concludersi con un motivo lento, delicatissimo e stupendo; altro brano degno di nota è Dreamer’s Desease con un verso parlato/urlato a mio parere da brividi e un ritornello spaccosissimo! Bellissimi anche Pheromone Cvlt, unico vero pezzo calmo che ci porta al massimo della melodia che questi ragazzi riescono ad offrire,e l’ultimissimo brano 27 Club che altro non è che hardcore puro, pieno di una cattiveria che fa impazzire l’ascoltatore. Sfido chiunque a rimane impassibili di fronte alla potenza dei pezzi di questa band.
Per concludere un album assolutamente da avere, da sentire e da amare! Forse a tratti un po’ troppo melodico per un gruppo che si presenta come hardcore (o post-hardcore come dice Wikipedia) e non esente da difetti, ma sicuramente uno dei migliori album che io abbia ascoltato negli ultimi mesi. Se vi lascerete con tutti voi stessi a questo album, egli vi prenderà e vi darà una marea di soddisfazioni.




Nessun commento:

Posta un commento

Get Widget