martedì 4 febbraio 2014

PERIPHERY - CLEAR


Da qualche settimana era uscito questo piccolo capolavoro ed ancora non avevo trovato il tempo giusto per ascoltarlo. Ma quando poi caricai i file sull’ipod mi accorsi di cosa mi ero perso. Il nuovo album/ep Clear dei Periphery. 

Disco di cui ancora non ho capito bene la natura perché: da un lato un disco mi sembra strano che abbia solo 7 tracce , dall'altro di solito gli ep. sono fatti con una qualità peggiore e consistono di al massimo 6 tracce. Insomma è un ibrido. Oltretutto il fatto che sia così striminzito (contate che Periphery II aveva ben 16 pezzi, quindi più del doppio) come numero di tracce, mi fa ricordare i vecchi cd dei metallica dove le tracce erano al massimo 8!
Numerosità a parte il lavoro è stupendo, i Periphery si riconfermano ancora una volta mostri di bravura, mostri di creatività e mostri di stile. Djent è un’etichetta tutta loro, e sono loro i più importanti esponenti di un genere che fino al successo di Misha Mansoor non esisteva neanche. Una nota di meritò va subito data alla qualità stratosferica del lavoro: si sente in ogni produzione che l’attenzione data ai particolari, ai suoni, è estrema e questo è uno degli aspetti più lodevoli di Misha. Se mi si permette un parallelismo, Mansoor per la sua grande capacità tecnica nell’editing dei dischi, mi ricorda tanto un giovane Jimmy Page che era anche produttore di tutti i dischi degli Zeppelin.


Ad una prima occhiata ai pezzi noterete tutti subito come al titolo normale del brano venga aggiunto, di solito alla fine, il nome di uno dei componenti della band (anzi rettifico, se siete come me e ascoltate tutte le canzoni dal tubo, troverete i nomi dei componenti, altrimenti i singoli titoli). Ne ho dedotto che ogni singola traccia è stata ideata da un singolo componente della band e come dichiarato dallo stesso Misha, quest’ultima fatica "è un’insieme di esperimenti musicali sia dal punto di vista stilistico che sonoro".
E si sente cavolo! La sperimentazione ha fatto si che il disco fosse fresco, pieno di idee differenti e a volte anche molto lontane tra loro, ma che ci fa notare come il gruppo sia in grado di interpretare a proprio modo, qualsiasi sorta di pezzo musicale. Overture è un pezzo al piano, bellissimo che si mischia nel mezzo alle tipiche ritmiche lente che caratterizzano lo stile del gruppo, si inizia alla grande quindi. Non poteva mancare in quarta posizione, quindi proprio al centro, Zero il pezzo scritto da Misha che sembra proprio la colonna sonora di uno dei Final Fantasy (e in un suo progetto collaterale, gli Haunted Shores, poi l’ha fatta veramente), perché per chi non lo sa le canzoni dei Periphery sono molto legate a questo videogame non solo per quanto riguarda la musica, ma persino nei titoli di alcune tracce: in PeripheryII Masamune e Muramasa sono due pezzi che si chiamano come spade di FF... questo vi fa anche capire quanto sia nerd il gruppo.

Evil Misha!

The Parade of Ashes è il pezzo scritto dal cantante Spencer ed è il pezzo a mio parere più sperimentale di tutti all’interno del disco: è un po’ tecno, molto indirizzato a far risaltare la voce più di tutti gli altri strumenti; inoltre non so perché ma la voce del cantante mi ricorda in questo pezzo il cantante dei Silverchair, Daniel Johns! Ho trovato comunque questo pezzo uno dei più belli in assoluto del disco, proprio perché molto distante dai normali lavori della band ma comunque interpretato alla grande.
Pale Aura scritta da Mark Holcom, il secondo chitarrista, è il secondo mio brano preferito di questo disco, e trovo che nonostante richiami molto i pezzi dei dischi precedenti e che quindi non sia proprio portatore di novità, sia comunque innovativo. In particolar modo ho apprezzato la voce di Spencer qui che da il meglio di se, ma soprattutto che è vera: in molti accusavano il cantante di aver pompato un po’ troppo la voce nel secondo disco e forse era vero (anche se sia chiaro ha una tecnica ed un’estensione pazzesca) visto come in questo pezzo si capisce che alcune note sono al limite tra il falsetto e la voce di testa, si sente la fatica nella voce del cantante. I restanti pezzi sono molto belli e divertenti, ma non mi hanno colpito per chissà quale aspetto.
Se vogliamo tirare le somme di questo lavoro, possiamo dire che era l’ora che la band tornasse e ci desse del materiale nuovo. Ci voleva un cambiamento anche se solo per mettere alla prova il gruppo. 
La sperimentalità del disco a mio parere ci mette di fronte ad un fatto innegabile: i Periphery sono la migliore band esistente oggi nel panorama metal, e non mi stupirò quando fra qualche hanno saranno loro ad aprire i più grandi festival di tutto il pianeta! L'ep si becca un voto molto alto, se lo merita, lo chiede a gran voce, ma non il massimo perché nonostante l'estrema bontà del lavoro, per l'eccellenza manca ancora un gradino.




ADESSO TOCCA A VOI!!! Esatto, voglio sapere cosa ne pensate della recensione: siete d'accordo oppure vi trovate in disaccordo più assoluto con il mio pensiero??
Cosa vi ha colpito di più, o perché no di meno, del disco?? E' il vostro disco preferito della suddetta band?? Oppure ne avete preferiti altri??
Ed  infine: avete qualche album/band di cui vorreste vedere una bella recensione??
Scrivetemi tutte le vostre considerazioni  in un commento sotto il post!!!

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